Il futuro che ora c’è: un progetto di speranza.
Questo il titolo dell’incontro della OPEN, tenutosi a Salerno, il 7 gennaio, presso il palazzo Fruscione, in occasione della terza edizione della mostra Tempi Moderni – i racconti del contemporaneo. Argomento principale dell’incontro è stato l’annuncio ufficiale dell’inizio del progetto SurPass-DOPO, Survivorship Passport (il passaporto del guarito) e Ambulatorio DOPO (Diagnosi, Osservazione, Prevenzione, dopo terapie, Oncologiche), nato dal gemellaggio con l’Istituto Giannina Gaslini di Genova e l’AORN Santobono Pausilipon di Napoli e finanziato dalla OPEN.
La conferenza, presentata da Concita de Luca, ha visto gli interventi del presidente dell’associazione OPEN, Dottoressa Anna Maria Alfani; del Dottore Riccardo Haupt, coordinatore europeo del progetto SurPass, oncologo dell’IstitutoGaslini di Genova; della Dottoressa Sabina D’Amato, psiconcologa
del AUO San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno e del Dottore Mimmo Ripaldi capo dipartimento dell’Oncologia pediatrica dell’AORN Santobono Pausilipon di Napoli.
Cos’è il SurPass?
Un documento disponibile in formato cartaceo ed elettronico, traducibile in tutte le lingue europee, contenente l’intera storia clinica del paziente e le linee guida sugli esami di follow-up per lo screening da effettuare nel corso della vita. Tale documento è stato ideato per essere consegnato al paziente che, una volta terminato il programma terapeutico, è libero di svolgere un normale tenore di vita.
Un programma di follow-up a lungo termine di alta qualità come quello del SurPass, ha illustrato il Dott.Riccardo Haupt, si basa su due linee guida:
- La prima capace di sintetizzare l’evidenza in revisioni sistematiche e trasferirla in linee guida di buona pratica clinica.
- La seconda utile a raccomandare gli interventi efficaci e a scoraggiare quelli inefficaci.
Così da ridurre la morbilità e la mortalità, migliorare la qualità di vita e disporre coerentemente delle risorse del sistema sanitario.
Emblema di vita
Culmine dell’incontro è stato l’intervento di quattro giovani adolescenti, parte integrante della OPEN e guariti dalla malattia. Un vero e proprio inno alla vita, quello dei ragazzi, che ha incantato i presenti e sottolineato l’importanza del progetto illustrato.
Si conferma, anche attraverso quest’ultimo progetto, l’obiettivo della OPEN: potenziare la ricerca scientifica contro i tumori pediatrici ed aiutare tutti i pazienti sopravvissuti alla malattia concretamente, per donare loro un futuro migliore.