A San Marco Evangelista, in provincia di Caserta, il tempo si è fermato per un istante. E in quell’istante brilla una verità rara: anche una semplice partita di calcio può diventare molto di più. È accaduto all’Oratorio “Fratello Sole e Sorella Luna”, dove il Torneo degli Angeligrazie a Domenico Merino, Domenico Geniale, Michelangelo Casella, Pierpaolo De Filippo e Silvio Del Prete, ha trasformato il dolore in ricordo, la memoria in incontro, lo sport in solidarietà.
È un torneo nato per ricordare amici che non ci sono più, ragazzi che hanno lasciato un vuoto profondo e ancora vivo. Ma non si è trattato solo di uno sguardo al passato. Quello che gli organizzatori hanno costruito è stato uno slancio verso il futuro. Un’occasione per incontrarsi, per stare insieme, per fare squadra anche fuori dal campo.
«È un torneo che sentiamo sulla pelle», la spiegazione dei promotori.
E ogni parola ha preso forma nei sorrisi, nei volti, nei gesti di chi ha partecipato. Perché sì, due calci a un pallone possono davvero creare legami, ricucire ferite, ispirare nuove idee, nuove collaborazioni, nuovi abbracci.
Dal campo all’ospedale: la solidarietà corre
L’edizione di quest’anno, iniziata il 10 giugno e che terminerà con la finale che si terrà il 18 luglio, ha segnato un traguardo importante: ha superato i confini del territorio, coinvolgendo squadre provenienti anche da Capua e Grazzanise. Ma, soprattutto, ha compiuto un gesto che resterà inciso nella storia della manifestazione: il ricavato è stato donato alla OPEN OdV, l’associazione, fondata da Anna Maria Alfani, che lavora nei reparti di oncologia pediatrica degli ospedali e sostiene la ricerca scientifica in oncologia pediatrica.
Una scelta semplice e, al contempo, potentissima, che parla di empatia, di responsabilità condivisa, di consapevolezza. Perché ci vuole coraggio per non dimenticare, e ancora di più per trasformare il ricordo in azione concreta.
Un grazie che viene dal cuore
«Grazie perché, con la vostra passione e il vostro impegno, ci ricordate che nella vita, come nello sport, le partite si vincono facendo squadra.»
Non è retorica, la nostra. È gratitudine vera, profonda. È la voce di chi, ogni giorno, affronta la malattia insieme ai bambini e alle famiglie. È il ringraziamento di chi vede nel gesto di questi ragazzi non solo una donazione, ma una promessa di vicinanza, di attenzione, di futuro.
Dove tutto inizia: tra un passaggio e un abbraccio
Il Torneo degli Angeli ha premiato le squadre vincitrici, ha celebrato l’agonismo, ha onorato la memoria. Ma non si è fermato al fischio finale. Ha lasciato un seme. Un’idea precisa di comunità: quella che si stringe attorno a un ricordo, lo custodisce, e poi lo trasforma in qualcosa di buono.
A San Marco, lo sport non è stato il fine. È stato il mezzo. Il mezzo per dire: “Ci siamo”. Per dimostrare che anche un pallone può accendere una speranza. Per dimostrare che insieme, anche il dolore può diventare luce.
Anche tu puoi fare la tua parte. Scopri come.