Portici, Reggia borbonica. Nella Sala Cinese, lo scorso 1° ottobre, medici, informatici e ricercatori si sono ritrovati per raccontare un progetto destinato a cambiare la quotidianità dei bambini malati di tumore: Infant, la rete informatica per l’oncologia pediatrica in Campania.
L’iniziativa nasce dal laboratorio scientifico Astrea dell’Università Federico II di Napoli, diretto dal professor Aniello Murano, ordinario di Informatica e Intelligenza Artificiale. Al suo fianco, un gruppo di giovani ricercatori e quattro aziende campane — Lasting Dynamics, Innovaway, Nexus e Kineton — che hanno messo la tecnologia al servizio della cura.
Finanziato con i fondi del PNRR (vincitore del bando da 6,7 milioni di euro) e inserito nel progetto nazionale MUSA, Infant mira a creare una rete digitale capace di collegare tutti gli ospedali della regione, consentendo ai piccoli pazienti di ricevere cure specialistiche negli ospedali più vicini alle proprie case, senza affrontare viaggi estenuanti verso l’unico centro di riferimento, il Santobono-Pausilipon di Napoli.
L’idea, spiega Murano, è semplice e radicale: «Muovere i dati, non i bambini». Attraverso un sistema hub & spoke, ogni struttura locale potrà accedere in tempo reale alle cartelle cliniche e ai protocolli di cura, garantendo continuità e tempestività nei trattamenti.
L’obiettivo, però, non è soltanto logistico. L’intelligenza artificiale, che alimenta la piattaforma, servirà anche a monitorare i progressi, affinare i protocolli terapeutici e migliorare il percorso diagnostico, assicurando nel contempo la protezione dei dati sensibili.
Il progetto, presentato alla Reggia di Portici, guarda oltre i confini regionali: il modello campano potrebbe un giorno estendersi ad altre regioni italiane e, forse, all’Europa.