La malattia di un bambino è un evento sconvolgente per tutta la famiglia e per rassicurarla non è sufficiente trovare un bravo dottore, un protocollo efficace, un’equipe accogliente e professionale, serve anche un luogo che non faccia paura e che trasmetta fiducia e serenità.
Utilizzando murales artistici intendiamo conferire al ‘bunker di radioterapia’, luogo ad elevato impatto tecnologico e perciò in sé terrifico, una visione positiva, liberata dagli schemi ansiogeni trasmessi dal luogo stesso.
L’intento è quello di accompagnare nel percorso di cura il piccolo paziente, attraverso immagini rassicuranti, utilizzando l’arte come sublime metafora di grande e confortante abbraccio di energia e colore.
La radioterapia, infatti, viene espletata in questi luoghi speciali chiamati bunker. Tali strutture sono stanze chiuse ermeticamente nelle quali è posizionato l’acceleratore lineare che eroga le prestazioni.
Il Bunker è l’unica struttura di tutto l’iter terapeutico, in cui il giovane paziente, per ragioni di sicurezza, deve restare necessariamente da solo, senza la presenza né di un genitore, né di un operatore. Non esiste altro trattamento medico che preveda un isolamento così drammatico come la radioterapia.
I bunker sono ambienti ad elevata tecnologia, senza alcuna apertura se non l’ingresso, nascosto per altro da un corridoio di accesso, e di solito sono tetri e monocromatici; la componente umana lascia il posto a quella tecnologica. Anche un adulto ha difficoltà a restare da solo nel bunker, e frequentemente si osservano crisi claustrofobiche che possono richiedere attenzione multidisciplinare. Nel mondo la sensibilizzazione per queste problematiche ha determinato un movimento culturale e socio-sanitario definito “Umanizzazione delle Cure”.
Utilizzando murales artistici integrali intendiamo conferire al ‘bunker di radioterapia’, una visione positiva, liberata dagli schemi ansiogeni trasmessi dal luogo stesso. L’intento è quello di accompagnare nel percorso di cura il piccolo paziente, attraverso immagini rassicuranti, utilizzando l’arte come sublime metafora di grande e confortante abbraccio di energia e colore.
Si è deciso di dare forma artistica all’acqua, al mare, ambiente familiare alla maggior parte dei bambini campani, e comunque ricco di fascino e di storie, anche a seguito del confronto tra alcuni ex piccoli pazienti e gli operatori che quotidianamente sono al servizio degli ammalati e che, insieme, hanno avuto l’opportunità di trasferire il loro sentire e la loro esperienza all’ autore delle opere d’arte.
Le opere saranno realizzate utilizzando le tecniche della fotografia e pittura materica e saranno installate dallo stesso artista e dalla sua equipe a conclusione dei lavori di rifinitura. Il bunker sarà costruito con le immagini ed i paesaggi marini che continuano il “discorso” iniziato nel reparto pediatrico, in modo da consentire una naturale liaison tra i due ambienti.
I bambini saranno immersi in un percorso “marino” che comincia in reparto con la spiaggia, le isole, le navi e che continuerà, nel bunker, con il misterioso e affascinante mondo subacqueo, animato da tanti personaggi fantastici che accompagneranno e terranno compagnia ai bambini durante la loro personale avventura della radioterapia pediatrica.
In accordo con la psicologa, i medici, il personale sanitario e i volontari, si è pensato infatti di far indossare ai bambini, nel passaggio dalla sala giochi al bunker, una maschera subacquea, in modo da dar loro proprio la sensazione dell’immersione. Speriamo che i giovani pazienti, distratti dal gioco e dalla costruzione di storie avventurose, possano affrontare la radioterapia e il distacco dai genitori in maniera meno traumatica e più rilassata e che anche nel futuro, da adulti guariti, non abbiano ricordi ansiogeni nascosti nel loro subcosciente.